L’Allegria di Giuseppe Ungaretti
Tornato a Roma, Giuseppe Ungaretti lavora presso l’ufficio stampa del Ministero degli Esteri. In questi anni, continua a lavorare per «Popolo d’Italia» e «Il Resto del Carlino».
È nel 1931 che pubblica la raccolta dal titolo L’Allegria che avrà l’edizione definitiva soltanto nel 1943. L’Allegria infatti ha avuto una storia editoriale particolarmente complessa. Nella redazione finale, datata 1942, si trovano le prime poesie apparse su «Lacerba», quelle pubblicate ne Il Porto sepolto del 1916 in soli 80 volumi e le poesie successive, che preannunciano una nuova fase della poetica ungarettiana. Appare nel 1933 la nuova raccolta poetica, Sentimento del Tempo, in due edizioni coeve (Firenze, Vallecchi e Roma, Novissima).
Gli anni in Brasile
Durante un viaggio in Argentina per gli incontri Europa-America Latina di Buenos Aires, gli viene offerta una cattedra all’Università di San Paolo, in Brasile. Ungaretti ricopre la cattedra di Lingua e Letteratura italiana dal 1937, portando nell’università sud americana Dante, Petrarca, Leopardi, Manzoni. Due anni dopo, muore suo figlio Antonietto di soli nove anni e, a seguito di questo tragico evento, seguono mesi di doloroso silenzio dell’autore. Nel 1942, all’entrata in guerra del Brasile contro l’Asse, Ungaretti fa ritorno in patria dove gli viene assegnata la cattedra di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Roma. A Roma insegna fino al 1958.
Sentimento del Tempo
La nuova raccolta poetica di Giuseppe Ungaretti appare nel 1933, segue un’edizione ampliata nel 1936 e un’edizione definitiva nel 1943. In questo lavoro il poeta sente una sorta di richiamo all’ordine neoclassico. Guardando a Petrarca e soprattutto a Leopardi, infatti, la metrica tende a ricomporsi, non si trovano più spazi bianchi e il lessico diventa letterario. Sia dal punto stilistico, che dal quello del contenuto Sentimento del Tempo appare diverso. Il dolore che prima era legato all’esistenza dell’uomo solo e al suo smarrimento, adesso si trasferisce su uno sfondo collettivo. Si placa la componente autobiografica.
La riscoperta della passione per la civiltà e la cultura italiana lo portano, inoltre, ad intraprendere un percorso di traduzione dei classici stranieri.
La terza fase di Ungaretti
La terza fase ungarettiana si configura con la pubblicazione della raccolta Il dolore, del 1947. In questa raccolta dalle forme espressive quotidiane, emerge tutto lo sconforto e il dramma interiore del poeta e lo strazio collettivo del dopo guerra. L’ultima fase del poeta comprende, invece La terra promessa ( 1950), Un grido e paesaggi (1952) e Il taccuino del vecchio (1960). In questi anni, inoltre, Ungaretti subisce la perdita della sua adorata moglie, nel 1958.
Muore nel 1970 a Milano, viene sepolto a Roma, nel cimitero del Verano.