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PsicoLetturificio incontra Dorian Gray
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Il ritratto di Dorian Gray, capolavoro di Oscar Wilde, è stato pubblicato per la prima volta in volume nel 1891 ed è divenuto, in breve tempo, un grande classico della letteratura mondiale ed una perfetta espressione del decadentismo inglese.

Di seguito abbiamo immaginato che il giovane Dorian Gray affrontasse una seduta di terapia dallo psicologo riflettendo sulla sua condizione e sui cambiamenti in atto.



Salve Sig. Dorian Gray, benvenuto. Da cosa le andrebbe di iniziare questo nostro incontro?

Buongiorno Dottoressa, è un piacere conoscerla. Ho sentito parlare molto bene di lei e dato l’ultimo periodo non proprio semplice, ho deciso di venire qui ad ascoltare il suo parere in merito al mio problema, se così vogliamo chiamarlo. Sa, in questo periodo sono molto impegnato e tra le tante cose sono diventato l’ispiratore del mio caro amico Basil, raffinato pittore, che ha realizzato un bellissimo dipinto, ritraendo la mia persona in tutta la propria bellezza e giovinezza. È riuscito davvero ad immortalarle, tanto che alcuni hanno osato definirlo uno dei ritratti più belli dell’epoca moderna. Basil ha gentilmente pensato di non esporre il quadro, ma di lasciarlo a me e io ho deciso di non mostrarlo a nessuno. È iniziato tutto da lì Dottoressa, da quel quadro talmente ben fatto da sconvolgermi, piacevolmente sia chiaro. Non nego, però, che negli ultimi tempi ha iniziato ad inquietarmi, a farmi paura e proprio per questo ho deciso di nasconderlo in soffitta. Come le dicevo, sono un uomo impegnato, che ama sperimentare e dedicarsi alle più svariate attività, ascolto la musica e mi dedico alla collezione di preziosi strumenti, mi sto destreggiando nello studio dei profumi e delle essenze e in quello dei tessuti e dell’arte, ma non riesco a smettere di pensare a quel quadro.


Credo che debba essere una gran bella soddisfazione avere intorno persone che ci ammirano e ci comprendono a tal punto da riuscire a fare un ritratto di noi così perfetto. Tuttavia percepisco nelle sue parole un certo turbamento, misto al piacere, per quella tela. Le andrebbe di raccontarmi qualcosa in più? 

Si, sarò sincero con lei. Quando ho visto quel dipinto sono arrossito di piacere, il senso della mia personale bellezza mi ha colpito come una sorta di rivelazione, ma è stato proprio in quel giorno di giugno, che ho conosciuto Henry e grazie a lui ho compreso quanto la giovinezza, la beltà sono labili, momentanee. Questo pensiero, che fino a quel momento non avevo mai fatto, mi ha devastato. Durante quel pomeriggio in cui Basil ha realizzato la tanto discussa opera, Henry ha iniziato un discorso sulla natura umana, su quanto ognuno di noi sia spaventato dal vivere e dai propri desideri. Mi ha detto che la giovinezza è l’unica cosa che vale la pena avere, che la bellezza è una manifestazione del genio, anzi più elevata di questo perché non ha bisogno di spiegazioni. È da quel momento che ho cominciato a riflettere sul fatto che il mondo ci appartiene per una sola, unica stagione. Il tempo è geloso della nostra gioventù e ogni giorno ci ruba qualcosa. Credo che in quel quadro non ci sia solo la perfetta rappresentazione di me, al massimo dello splendore, ma anche la mia anima.


Quindi il ritratto non è la sola novità degli ultimi tempi della sua vita. Questo Sig. Henry sembra incuriosirla molto e sembra anche in grado di portare cambiamenti in lei e nella sua quotidianità. Non è vero?

Non posso negare Dottoressa che Henry è stato l’incontro più interessante fatto negli ultimi anni. Un uomo affascinante, in grado di lasciarmi senza parole, di sconvolgermi e rivelarmi importanti verità sulla vita. Mi ha fatto capire ad esempio che Sybil, colei che volevo sposare e che ha rinunciato a qualunque passione per “noi”, non era la donna giusta per me. Il nostro è un rapporto profondo, Lord Henry stimola la mia immaginazione, ha risvegliato in me la curiosità per la vita, una curiosità, però, che più viene soddisfatta e più si fa ingorda. Mi ha fatto comprendere che ciò che conta è la propria individualità. È così che ho iniziato ad agire pensando a me stesso, incurante dei miei errori, come se qualcun altro portasse i segni di quei peccati.


Dorian, ascoltandola parlare sembra che lei sia sulla strada di una vera e propria trasformazione di tutto il suo mondo, per questo originale ritratto ma anche per le persone vecchie e nuove che ci sono nella sua vita. Dove pensa che la possa condurre questa strada?

Dottoressa, so soltanto che quando la giovinezza se ne sarà andata, la bellezza la seguirà e allora improvvisamente mi renderò conto che non ci saranno più trionfi per me. Approfitto della giovinezza finché la possiedo. Non spreco l’oro dei miei giorni ascoltando gente noiosa, cercando di migliorare un fallimento senza speranza o gettando la mia vita agli ignoranti, alla gente mediocre, ai malvagi. Questi sono i falsi ideali della nostra società. Devo vivere, senza aver paura di nulla. Il vero mistero del mondo è ciò che si vede, non l’invisibile.



Commento Dottoressa L.

Il Sig. Gray si presenta al mio studio mostrando fin da subito spiccata curiosità e spirito di ricerca riguardo a se stesso e a quello che gli sta capitando. Sulle prime, mi descrive in maniera piuttosto superficiale lo status attuale della sua vita. Amato ed ammirato da chi gli sta intorno, si delizia e letteralmente si crogiola nelle attenzioni di amici e conoscenti vari del suo entourage. In particolare sono l’amico di una vita Basil e la nuova conoscenza del Sig. Henry a riempire le sue giornate e catturare la sua attenzione. Il primo, Basil, è un raffinato ed acclamato pittore ed ha realizzato un suo ritratto così simile e perfetto da indurre Dorian, nel suo racconto, a parlare di una sorta di scambio e/o sovrapposizione tra il sé reale e il se stesso dipinto. Lord Henry, invece, conosciuto proprio tramite il primo amico, sembra avere sul giovane un potente effetto calamita per certe profonde riflessioni, a cui lo conduce con i suoi discorsi e sollecitazioni. Il connubio fra queste novità nella vita, porta Dorian a riflessioni altamente introspettive che vanno a concentrarsi, in particolare, sulle tematiche del trascorrere del tempo, del decadere della giovinezza e della bellezza, e del custodire la propria individualità non curandosi troppo degli errori commessi. Tutto questo non può che avere ricadute importanti sul suo vivere quotidiano e sociale. E’ evidente infatti, come questa situazione stia producendo nel giovane Dorian Gray una serie di trasformazioni che, collegandosi fra di loro, potrebbero rappresentare l’innesco per una complessa condizione psichica. Tuttavia, nel mio tentativo di indagare ulteriormente tali aspetti non sono riuscita bene a comprendere la situazione e non sono in grado di dire a che punto del processo si trovi in questo momento il ragazzo. Il suo parlare, seppur pervaso appunto da una certa volontà di comprendere se stesso, rimane piuttosto enigmatico ed ambiguo. I suoi accenni al desiderio di una vita caratterizzata da eccessi, ingordigia ed errori, unitamente alla smodata attenzione per il suo aspetto, mi fanno orientare verso una forma piuttosto perversa di narcisismo.


Perversione Narcisistica

Perversione narcisistica” è la terminologia introdotta dallo psichiatra e psicoanalista francese Paul-Claude Racamier per descrivere una tipologia specifica di personalità patologica affine a quella classicamente nominata come narcisista. Tratti essenziali e distintivi di questa complessa condizione sono la manipolazione, la scarsa empatia, ed una personalità altamente seducente. Talvolta il quadro può peggiorare notevolmente associando anche episodi e manifestazioni di spiccata violenza tali da rendere il disturbo di personalità molto difficile da trattare.

Redazione Letturificio
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