Natalia Ginzburg nasce Natalia Levi il 14 luglio 1916 a Palermo, da padre ebreo triestino e madre milanese. La famiglia si trasferisce a Torino quando Natalia, ultima di cinque fratelli, ha soli tre anni e proprio nel capoluogo piemontese la bambina consegue gli studi elementari a casa e nel 1927 si iscrive al liceo classico. Fin da giovanissima si dedica alla scrittura, inizialmente di poesie. Nell’estate del 1933 un amico di suo fratello Mario, Leone Ginzburg, futuro marito di Natalia, legge un suo breve racconto e lo propone alla nota rivista «Solaria» che lo rifiuta. La figura di Leone è molto importante per la crescita personale e professionale dell’autrice. Da quel momento in poi, infatti, Leone trascorre molto tempo a casa Levi ed è proprio lui a convincere la giovane Natalia ad inviare un nuovo racconto alla rivista, che questa volta accetta di pubblicarlo.
La casa editrice Einaudi
Proprio nel 1933 Giulio Einaudi e Leone Ginzburg fondano la Casa Editrice Einaudi che, al tempo, vede tra le sue fila Cesare Pavese, con cui Natalia Ginzburg, negli anni, coltiva un’amicizia profonda. I lavori della casa editrice torinese, però, finiscono ben presto nel mirino del regime fascista: il primo ad essere arrestato è Leone, all’epoca direttore editoriale, e dopo di lui Cesare Pavese. Vengono inoltre incarcerati anche il padre e il fratello di Natalia. L’unico che riesce a scappare è il fratello Mario, che si rifugia in Svizzera. Natalia e Leone intrattengono una fitta corrispondenza durante i due anni di prigionia di lui, legandosi profondamente. Quagli eventi e le discriminazioni subite ovviamente contribuiscono a far crescere il sentimento antifascista nella giovane Natalia. Leone viene liberato soltanto nel 1936 e inizia a lavorare come professore di letteratura russa presso l’Università degli studi di Torino. Grazie alle origine del marito e alla profonda conoscenza di quei testi, Natalia si appassiona alla letteratura russa. Due anni dopo la liberazione, Natalia e Leone si sposano e Giulio Einaudi richiama Ginzburg in casa editrice, proponendo anche a Natalia di entrarvi a far parte, traducendo la Recherche di Proust. Tra il 1939 e il 1940 nascono i due bambini della coppia, Carlo e Andrea.
La guerra e i primi scritti di Natalia
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Leone perde la cittadinanza italiana a causa delle leggi razziali ed è internato a Pizzoli, in Abruzzo. Natalia e i bambini lo raggiungono poco dopo. Proprio durante quel periodo l’autrice scrive il suo primo romanzo La strada che va in città pubblicato nel 1942 sotto lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte, a causa delle persecuzioni razziali. Nel 1943, alla caduta del fascismo, Leone viene nuovamente arrestato, identificato come ebreo, muore il 4 febbraio del 1944 a causa delle torture subite. In ricordo del tempo passato in Abruzzo con l’amato marito, Natalia scrive Inverno in Abruzzo e decide di conservare il cognome Ginzburg per tutta la vita. Dopo la morte di Leone, l’autrice torna a Torino e, insieme a Pavese, al filosofo Balbo e al musicologo Mila, diviene uno dei redattori della Einaudi. Durante quegli anni scrive il romanzo È stato così, dedicato al marito, e coltiva un’intensa amicizia con Elsa Morante, di cui cura la pubblicazione di Menzogna e sortilegio. Nel 1949, durante un convegno a Venezia, ritrova un vecchio amico, l’anglista Gabriele Baldini, che sposa l’anno successivo. Da lui avrà altri due figli. Nell’agosto dello stesso anno, 1950, muore suicida Cesare Pavese, evento che segna profondamente la scrittrice piemontese.
Lessico famigliare e i lavori successivi
Tra i lavori successivi da ricordare il romanzo Le voci della sera del 1961, la raccolta di saggi Le piccole virtù del 1962. Tra l’ottobre e il dicembre dello stesso anno scrive il racconto autobiografico Lessico famigliare, sua opera più nota. Il testo, che racconta la storia della famiglia ebraica e antifascista Levi, è un grande successo di critica e pubblico e l’anno successivo, 1963, si aggiudica il Premio Strega. Dopo il successo di Lessico famigliare per molto tempo Natalia si dedica alla scrittura di commedie per il teatro. E dal 1968 inizia a lavorare assiduamente per i giornali, prima per «La Stampa» e successivamente per il «Corriere della Sera».
Natalia Ginzburg muore nella sua casa di Roma il 7 ottobre 1991.
Libri consigliati:
- Lessico Famigliare, testo autobiografico in cui l’autrice racconta la storia della famiglia ebraica e antifascista dei Levi.
- Le piccole virtù, raccolta di saggi e memorie dell’autrice, all’interno Ritratto d’un amico, dedicato a Cesare Pavese.
- La famiglia Manzoni, ricostruzione attenta, attraverso lettere e libri, della storia della famiglia Manzoni.
- Le voci della sera, un romanzo che parla di famiglia, di giovani e di come l’amore sia mutevole.