Il sottotitolo di questo libro di Antonio Polito, vicedirettore del «Corriere della Sera», è Come riprendersi la propria vita. In questo saggio, infatti, il giornalista cerca di stilare un vademecum per affrontare la terza fase della vita o, più in generale, un momento di rinascita personale.
Un saggio interessante che sembra essere stato scritto per affrontare questo periodo storico, questo momento di cambiamenti, di rinascita e di rivalutazione delle priorità.
Ogni capitolo è dedicato a un precetto, del tutto personale, da seguire per poter trovare la propria felicità, liberandosi dalle inutilità imposte dalla vita e da quelle gabbie nel quale, lavoro e vita personale, tendono a rinchiudere.
Ciò che innesca le riflessioni di Polito è l’invecchiamento, il trascorrere del tempo, ma da questa emergono considerazioni molto profonde e, a tratti esilaranti, su quali siano le cose che contano realmente nella vita.
Dicono che l’invecchiamento sia un processo graduale e continuo, che comincia addirittura quando nasciamo, cellula per cellula […]. Eppure rimaniamo di sasso il giorno in cui, d’un tratto, vediamo calare l’età sul nostro viso. Può accadere un po’ prima o un po’ dopo, ma chiunque ci sia passato ricorda con esattezza l’istante in cui arriva il Grande Cambiamento.
La riflessione parte dal fatto che in un mondo veloce, liquido e senza possibilità di arresto, si tende a vedere l’invecchiamento come un insuccesso e, quindi, a nasconderlo. Sia ben chiaro che, nel libro, Polito non affronta una sorta di crisi di mezza età, ma sente la necessità di sottolineare l’importanza di questo cambiamento nell’essere umano. Si tratta del passaggio ad una fase nuova, matura che spesso crea inquietudine e che, invece, secondo l’autore, può portare al miglioramento della propria persona.
Rinascere vuol dire mettere al timone un altro sé: un uomo nuovo che ha riflettuto su ciò che merita di essere conservato e tramandato, perché sa che, se prova a tenere tutto a bordo, appesantisce la barca. Vuol dire fare pulizia senza fare piazza pulita […]. Vuol dire lasciar perdere i soliti noti, quelli che hai visto tutta la vita, la mattina in ufficio o la sera in tv, e andare incontro agli sconosciuti con la mano tesa. Vuol dire rinunciare alle ideologie e ai sistemi in cui sai già cosa devi pensare prima ancora di cominciare a pensare. E sapere, mentre provi a risorgere, che non lo fai solo per te, per egoismo […]. Perchè risorgere è anche il fondamento di un nuovo altruismo, un’opportunità straordinaria di aprire finalmente la propria vita agli altri.
Forte del suo bagaglio culturale e personale, il giornalista spazia tra i più svariati argomenti, ma lo fa sempre con leggerezza e ironia, come un amico saggio che cerca di dare dei consigli.
È apprezzabile la voglia di Polito di dare nuovo vigore a quell’età troppo spesso sottovalutata, vederla come un nuovo viaggio, o come parte di un percorso che va vissuto senza fronzoli, ma solo con ciò e con chi amiamo. Come spiega l’autore, tutte queste lezioni si possono adattare a chiunque sente di dover cambiare vita, di risorgere in un nuovo se stesso, diverso da quello di ieri, ma del quale porta tutti gli insegnamenti.
In poche parole il consiglio rimane uno, che vale per tutti, a qualunque età, di fronte a qualunque situazione: non mollare, ma risorgere! Il concetto è quello di cambiare, ma attenendosi a dei principi fondamentali e senza disprezzare il proprio passato.
Polito, nelle sue riflessioni, tocca i più svariati ambiti: tecnologia, religione, sesso, all’amore, politica, riportando anche studi e statistiche che vi faranno incuriosire.
È un saggio che, in maniera incredibilmente leggera, fa riflettere sugli aspetti più profondi dell’esistenza: sul rapporto genitori-figli, sull’importanza di essere grati per ciò che abbiamo, sulla fondamentale consapevolezza di aver sempre qualcosa di nuovo da imparare, sull’incredibile lezione di imparare a lasciare andare le cose che ci annoiano e le persone che non ci fanno del bene.
Una lettura scorrevole, un libro breve, una chiacchierata condotta con maestria da un professionista, un uomo, un padre, un amico che si trova ad affrontare un passaggio importante della propria vita.
Sei sicuro che il futuro sia davanti a te? Se guardi le cose dal punto di vista dell’acqua, tutto cambia. Quella che ti sta davanti, infatti, è già passata: l’hai bevuta, ci hai nuotato dentro. Il futuro in realtà è alle tue spalle: è l’acqua che sta scendendo dalla montagna e che non hai ancora incontrato1.
1Erling Kagge, Camminare. Un gesto sovversivo, Torino, Einaudi, 2018.