I tre fratelli che non dormivano mai, uscito per la casa editrice milanese Il Saggiatore, nel 2019, si presenta a metà tra un manuale di medicina del sonno e un racconto dalle fosche noir.
L’autore, Giuseppe Plazzi, neurologo e direttore del Centro per i disturbi del sonno dell’Università di Bologna, grazie al racconto dei casi clinici più interessanti incontrati durante il corso della carriera, ci permette di entrare in quelle stanze in cui il sonno è materia di studio.
Spesso collocate nelle zone più nascoste e silenziose delle cliniche, come lui stesso ci racconta, questi laboratori del sonno appaiono come qualcosa di misterioso, sconosciuto e invalicabile.
Quelle stesse stanze incuriosirono a tal punto il giovane Plazzi, durante gli studi in neurologia, da spingerlo ad addentarvisi, grazie ad una tesi sul sonno.
Nei tredici capitoli che compongono questo interessante libro si intervallano ai racconti di uomini e donne, che con il sonno hanno dovuto fare i conti tutta la vita, la storia della branca medica, che ha impiegato svariati anni per affermarsi ed essere riconosciuta ufficialmente.
I disturbi del sonno, collegati agli studi neurologici, infatti, negli anni antichi erano considerati soltanto riflessi di disturbi maggiori e non vere e proprie patologie che necessitavano di approfondimenti medici. A partire dal XX secolo si intensificarono gli studi a riguardo portando finalmente, grazie anche alla scoperta delle fasi del sonno, tra cui quella REM, alla nascita della polisonnografia.
Il dottor Plazzi dedica ogni capitolo al racconto di un diverso caso clinico e quindi alla spiegazione di una diversa patologia, alcune più diffuse e a noi più familiari, altre più rare e particolari, tanto da risultare spaventose.
Immaginate questa riga come la soglia di una porta. Prima, dove ancora si estende una piccola porzione di bianco incontaminato, c’è la nostra vita, quella di cui facciamo esperienza ogni giorno da svegli. […] Oltre la soglia c’è il sonno, la sospensione della coscienza. E c’è il sogno. A vederlo da fuori, questo luogo avvolgente e accogliente assomiglia a una foresta, una selva fitta di alberi altissimi e basse fronde da cui già si sentono frusciare invisibili animali e insetti dalla tassonomia ancora sconosciuta. È la foresta del sonno. Qui tutto è capovolto, come nel Paese delle Meraviglie, e per uscirne non sarà sufficiente fare affidamento al nostro ingegno.
Dal frate che crede di essere impossessato dal demonio e invece è affetto dalla sindrome delle gambe senza riposo, al pugile affetto da grave stato di narcolessia, dai bambini sonnambuli, all’uxoricidio nel sonno.
Sono soltanto alcune delle storie che si susseguono nel corso del libro, permettendo al lettore di addentrarsi nei sogni di sconosciuti, nelle loro paure più remote. I tre fratelli che non dormivano mai racconta le storie di tanti che hanno potuto dare, soltanto dopo anni di confusione e di terrore, un nome al loro male e soprattutto una cura.
L’opera risulta interessante e piacevole, la spiegazione dei casi clinici è affrontata con semplicità, in modo da permettere anche a chi è incompetente in materia di conoscere un ambito poco battuto e in realtà molto affascinante.
Quello del sonno e dei sogni si rivela un mondo da esplorare accompagnati da un’attenta guida, il dottor. Plazzi, che prendendoci per mano ci fa varcare la soglia di quel confine misterioso.