LA CITTA DEI LETTORI

In fondo basta una parola, di Saverio Tommasi
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In fondo basta una parola è il nuovo libro di Saverio Tommasi, noto volto della testata giornalistica FanPage.it. Dopo Siate ribelli, praticate gentilezza e Sogniamo più forte della paura Tommasi torna con quello che ci piace definire una sorta di dizionario biografico. L’autore infatti si racconta al lettore e, insieme a lui, si interroga attraverso cinquanta brevi capitoli a sé stanti, ognuno dedicato ad una parola e alle riflessioni che da questa scaturiscono. Le definisce “piccole storie di disaffezione quotidiana all’indifferenza” perché effettivamente Tommasi è attratto da quelle piccole sfumature della vita, dai piccoli gesti, come il sacrificio di un nonno per un nipote, le ingenue bugie dei bambini, i sogni piccoli e grandi e tutte quelle storie quotidiane, che qualcuno definirebbe marginali, che fanno della vita una grande tela colorata.

Tra le cinquanta parole troviamo quelle che portano con sé significati enormi e universali come amore, vita e morte, grazie, ma anche le parole più coraggiose come trasgressione e scabroso, e quelle più umili e più genuine come nonna, scarpe, pensieri, cosa.

Alla storia del reporter fiorentino si intrecciano tante altre storie, così assaporiamo parte dei suoi racconti, schegge di vita di altri: dalle ostetriche in Etiopia, ai migranti e i loro viaggi in mare per raggiungere la salvezza, dai sopravvissuti ai campi di sterminio, agli amici d’infanzia che hanno perso contro le brutture della vita. Conosciamo persone e personalità che sono rimaste talmente impigliate nell’animo dell’autore, da divenire parte della sua stessa storia.

In fondo basta una parola è un libro che parla al cuore del lettore con spontaneità e con una certa dose di coraggio. L’autore infatti si mette a nudo raccontando tanti episodi, alcuni scomodi, della propria adolescenza e dell’età matura. Saverio Tommasi parte dal presupposto che le parole abbiano un peso enorme e che, se ben utilizzate, possano cambiare il mondo attraverso una rivoluzione pacifica.

Frequentando le parole si impara a non darle per scontate, e a capire che sono tutte quante indispensabili se teniamo alla nostra libertà. Le parole ci danno la possibilità di essere capiti, ma soprattutto di capire. Se troviamo quella giusta ne basta una, di parola. Una parola può essere abbastanza per convincere, per dichiararsi o per far scoppiare una rivoluzione. […] In fondo basta una parola ben detta per scatenare l’amore, o l’odio. Bisogna stare attenti alle parole, nessuna di loro è gratuita, tutte hanno un costo, ma se sono quelle giuste ne vale sempre la pena.

Leggendo si percepisce quanto la storia personale di Tommasi sia intessuta, in una sorta di grande rete immaginaria, insieme a quelle dei mondi che lui stesso ha avuto la fortuna di incontrare. L’interesse maggiore è rivolto agli umili, a coloro che spesso rimangono sullo sfondo o che hanno avuto degli inciampi nella vita. L’autore racconta di come, fin da ragazzo perseguisse il sogno di fare la rivoluzione, cambiare il mondo, avendo come riferimento Martin Luther King, Ghandi, Aldo Capitini, Gino Strada. La rivoluzione pacifica, quella che non ferisce con le armi, ma allarga, con le parole, la prospettiva di chi ascolta.

Questo non è un libro che contiene una storia, ma ne contiene tante. Un libro nelle cui parole il lettore può ritrovarsi, sentirsi compreso e trovare la speranza per compiere l’atto di insubordinazione collettiva più grande: sognare.

Redazione Letturificio
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