Italo Calvino è tra i più eclettici ed interessanti autori del panorama italiano. Nasce nel 1923 a Santiago de Las Vegas, Cuba, dove il padre, agronomo, dirige la Stazione sperimentale di agricoltura dell’Avana. La famiglia torna in Italia nel 1925 e si stabilisce nella Villa Meridiana di Sanremo. Pare che la nota città ligure debba proprio alla famiglia Calvino, che portò nei giardini della dimora svariate piante esotiche, la denominazione di “città dei fiori”.
Comincerò dicendo che sono nato nel segno della Bilancia: perciò nel mio carattere equilibrio e squilibrio correggono a vicenda i loro eccessi. Sono nato mentre i miei genitori stavano per tornare in patria dopo anni passati nei Caraibi: da ciò l’instabilità geografica che mi fa continuamente desiderare un altrove. Il sapere dei miei genitori convergeva sul regno vegetale, le sue meraviglie e le sue virtù. Io, attratto, da un’altra vegetazione, quella delle frasi scritte, voltai le spalle a quanto essi m’avrebbero potuto insegnare; ma la sapienza umana mi restò ugualmente estranea1.
La formazione: cinema e fumetti
Alla famiglia, Italo Calvino deve una formazione anticlericale e antimonarchica. I suoi primi testi d’interesse non sono i libri, bensì i fumetti del «Corriere dei piccoli» di cui si diverte a scomporre e stravolgere le trame. Nel corso della sua attività letteraria continua ad avere un forte interesse per la rappresentazione grafica dei racconti. È ben nota la passione di Calvino per tutte le arti visive dal fumetto, al cinema, suo grande interesse fin da ragazzo, fino ad arrivare alla pittura. Questa attenzione per l’immagine visiva accompagna anche i suoi racconti più conosciuti, basti pensare all’uomo tagliato a metà de Il visconte dimezzato, o all’armatura che vaga vuota de Il cavaliere inesistente. Figure letterarie che rimangono impresse nell’immaginario di qualunque lettore vi si imbatta. Probabilmente proprio il suo amore per il cinema, di cui racconta in Autobiografia di uno spettatore, contribuisce a questa costruzione narrativa per immagini. Ovviamente i libri sono fermento importante per la sua formazione, in particolare Pinocchio che l’autore disse di conoscere a memoria già prima di imparare a leggere e America di Franz Kafka.
Italo Calvino e Einaudi
Alla caduta del regime e alla importante partecipazione del giovane Calvino come attivista del PCI, segue la laurea in lettere nel 1947 con una tesi su Conrad. Si trasferisce a Torino dove stringe un profondo rapporto con Cesare Pavese e Elio Vittorini. Da questa collaborazione nascono i suoi primi contributi su riviste. A Torino l’attenzione di Italo Calvino è catturata dalla casa editrice Einaudi. Inizia a lavorare per questa come venditore di libri fino ad arrivare, nella primavera del 1947, a ricoprire il ruolo di redattore, curando il Bollettino di informazioni culturali per promuovere e commentare le novità di Einaudi. Già in queste brevi pagine Calvino dimostra le sue innate capacità rendendo quelli che dovevano essere spazi pubblicitari, pagine di interessanti contenuti culturali. Nello stesso anno pubblica il suo primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno. In questo e negli altri lavori del tempo è forte il tema della guerra e della Resistenza, a lui molto caro.
L’esordio e gli scritti più noti
Gli anni ’50 sono gli anni de Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente che nel 1960 Calvino raccoglie in I nostri antenati. È del 1956 la raccolta delle Fiabe italiane affidatagli dalla Einaudi. I suoi lavori di quegli anni e gli articoli per varie riviste e giornali fanno sì che il suo talento sia riconosciuto anche dai critici più severi. L’autore inizia a sperimentare e a dedicarsi a vari genere letterari e nel 1958 pubblica la raccolta I racconti divisa in quattro sezioni: Gli idilli difficili, Le memorie difficili, Gli amori difficili, La vita difficile.
La commistione tra reale e fantastico, basti pensare a Le Cosmicomiche e Ti con zero, rende impossibile etichettare un autore come Italo Calvino. La sperimentazione e la rottura degli schemi del passato diventano elemento di riconoscimento di questo autore, tra i più grandi del Novecento. Tra i libri più sperimentali ricordiamo Il castello dei destini incrociati nel quale un gruppo di sconosciuti, che ha perso la parola, si ritrova in un castello e l’unico modo che ha per comunicare è un mazzo di carte di tarocchi; Se una notte d’inverno un viaggiatore che racconta la storia del Lettore che per dieci volte, per particolari vicissitudini, comincia un romanzo senza mai finirlo. In questo particolare caso Calvino scrive l’inizio di ben dieci romanzi tutti diversi tra loro.
Italo Calvino in America
Tra la fine del 1959 e l’inizio del 1960 Italo Calvino ha l’occasione di trascorrere sei mesi negli Stati Uniti, paese dal quale rimane profondamente affascinato. Si innamora della città di New York, visita il MIT e conosce il profondo Sud dove Martin Luther King combatte la sua battaglia. Da quel soggiorno nasce Un ottimista in America, un saggio-diario nel quale l’autore riflette sulla società americana e su quanto questa fosse diversa da quella italiana. Molti anni dopo, proprio in America e precisamente ad Harvard, l’autore avrebbe dovuto tenere un ciclo di conferenze. La scrittura di quei testi fu il suo ultimo lavoro e venne pubblicato postumo con il titolo Lezioni americane. Sei proposte per il nuovo millennio.
1L’occhio e il silenzio intervista di L. Tornabuoni a I. Calvino, in «La Stampa», 25/11/1983.