LETTERATURA FEMMINILE

“L’educazione”, di Tara Westover
Tara Westover-educazione

Qual è il prezzo che siamo disposti a pagare per la nostra libertà? Quale quello per essere noi stessi? Tara Westover, autrice e protagonista di questa storia, si trova spesso a chiedersi se questo prezzo sia troppo alto.

Immergersi nella storia di Tara significa soffrire con lei, per lei, arrabbiarsi per l’ignoranza di chi la circonda, per quei tragici meccanismi di senso di colpa che scatenano le violenze domestiche.

Tara nasce nel 1986 in Idaho da una famiglia mormone estremista. Non sa quale sia il giorno del suo compleanno e ottiene un certificato di nascita soltanto a nove anni. Le sue giornate sono scandite da letture sacre e duri lavori in discarica, fin da bambina. Insieme alla sua famiglia, si prepara alla fine del mondo, a quel profetico giorno del giudizio, confezionando scorte di pesche in scatola e organizzando piani di difesa contro presunti nemici. I genitori, in particolar modo il padre autoritario e paranoico, si oppongono a tutte le rappresentazioni della Stato, dall’ambito della medicina (Tara e la sua famiglia non sono mai andati in ospedale o da un medico) a quello dell’educazione, inglobando in quel mondo paradossale e folle anche Tara e i suoi sei fratelli.

Noi non andiamo a scuola. Il papà ha paura che lo Stato ci costringerà ad andarci, ma è impossibile perché lo Stato non sa di noi. Dei sette figli dei miei genitori, quattro non hanno un certificato di nascita.

La protagonista di questa storia è una vittima: vittima del sistema famigliare; vittima di suo fratello Shawn e della sua inaudita violenza; vittima di quel credo estremista, paranoide, superstizioso; vittima di quel Dio che viene chiamato in causa per coprire ogni sopruso o ingiustizia come sacrificio o progetto divino.

Si inorridisce leggendo la storia di Tara bambina, poi donna, che fatica a trovare se stessa, il suo posto nel mondo credendosi sempre inadeguata, incapace, infedele. Si racconta delle menzogne per sopravvivere, cerca di pensare che quel polso o quella caviglia rotta dal fratello, siano stati solo conseguenze di un gioco mal riuscito. La famiglia la manipola, ne modella i comportamenti e i giudizi, così una ragazza con una gonna al di sopra della caviglia o una che indossa un po’ di rossetto, viene additata subito come una poco di buono.

È strano quanto potere dai alle persone che ami. […] Avevano definito chi ero, e non esiste potere più grande di questo.

Quanto conta allora l’educazione? Quella che Tara porta avanti è una sorta di guerra, contro la sua famiglia e contro quegli ideali che, negli anni, sono diventati anche i suoi. Soltanto nel momento in cui intraprende un percorso di studi capisce quanto non sa del mondo e quanto quelle persone, che hanno sempre detto di amarla, l’avessero privata della conoscenza e di un proprio senso critico.

Tara scopre al college l’Olocausto, il femminismo, le lotte per i diritti civili, concetti di cui non aveva mai sentito parlare o che le erano giunti attraverso la lente distorta dei suoi genitori.

La Westover non fugge solo dalla sua famiglia, dalla quale non riesce a distaccarsi, ma fugge da se stessa, da quella figlia che i genitori avrebbe voluto, da quella ragazza che era destinata ad essere. Scappa dall’ignoranza, dalle convinzioni che erano riusciti ad inculcarle, facendola sentire in colpa tutte le volte che le metteva in dubbio.

Di fronte a me c’è mio padre e, quando guardo il suo volto stanco, capisco. La verità è così lampante che non so come non ho fatto a non capirla prima. La verità è questa: non sono una brava figlia. Sono una traditrice, un lupo tra le pecore. C’è qualcosa di diverso in me e questa differenza non va bene. Vorrei gridare, piangere sulle ginocchia di mio padre e promettergli che non lo farò mai più. Ma anche se sono un lupo non so mentire, e in ogni caso fiuterebbe la menzogna.

L’educazione, che dà il titolo a questo travolgente libro d’esordio della Westover, non si riferisce solo a quella scolastica, ma famigliare, culturale, che incide profondamente sulla persona, formandone carattere e giudizio.

Tara si libera, con grande difficoltà, di tutti quegli schemi imposti ritrovando la libertà di pensiero, la curiosità per la vita e il sapere, e permettendosi, finalmente, di guardare tutto da una prospettiva diversa.

Redazione Letturificio
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