Carmen Maria Machado esordisce nel 2019 con Nella casa dei tuoi sogni, un memoir contemporaneo nel quale la giovane donna racconta la sua malsana relazione amorosa. Ciò che da principio colpisce il lettore è lo stile della Machado, una miscellanea di più generi nei quali si ritrovano tantissimi riferimenti al cinema, da Hitchcock, a Star Wars, alla letteratura e alla cultura degli anni ’90. Il testo è composto da brevi capitoli di poche pagine che, complici le capacità narrative dell’autrice, rendono la storia scorrevole, nonostante il tema trattato.
Non bisogna farsi ingannare dal titolo che, in totale antitesi con la storia, lascia presagire un luogo di sicurezza lontano dai problemi esterni. Quella che ci racconta la Machado, invece, è la storia autobiografica, in terza persona, di un sogno infranto, di quella casa che avrebbe dovuto essere il luogo di protezione e invece è stata una prigione, di quella relazione che avrebbe dovuto essere accoglienza e condivisione e invece è stata disagio e umiliazione.
La protagonista de Nella casa dei tuoi sogni è Carmen, studentessa dell’università dell’Iowa, ragazza brillante ma insicura del proprio aspetto e delle proprie capacità. Porta con sé il trauma di un’aggressione sessuale subita in prima liceo, a causa della quale per anni ha allontanato qualunque relazione amorosa. La sua è una famiglia di religione metodista, praticante e Carmen passa molti anni della sua adolescenza frequentando la chiesa. Non parla molto dei suoi genitori, ma delinea la sfocata immagine di una madre severa, ma premurosa.
Un giorno, durante gli anni del dottorato, conosce la donna con cui avrebbe vissuto, successivamente, nella casa dei suoi sogni. Lei è carismatica, magra, androgina, con dei bei capelli biondi, gli occhi azzurri e il sorriso facile. Le due entrano subito in sintonia, Carmen si sente fortunata, si chiede come sia possibile che lei possa meritarla.
Come tutte le storie d’amore, l’inizio è travolgente: lunghi viaggi in macchina per le strade d’America, passione sfrenata, momenti di tenerezza. Sono complici, lei legge entusiasta i testi che scrive Carmen e l’apprezza per quella che è:
Quando è arrivata lei ti sei chiesta se era quello che quasi tutti hanno la fortuna di provare almeno una volta nella vita […]. Prima questo non ti era mai successo, era sempre stata una cosa stressante. Quante volte avevi detto: «Se solo avessi un aspetto un po’ diverso, annegherei nell’amore?». Adesso puoi annegare senza il bisogno di cambiare una sola cellula. Che fortuna.
Le cose cambiano lentamente, Carmen inizialmente sembra non accorgersene o forse non vuole ammettere a sé stessa che qualcosa non va. Quei piccoli gesti a cui non aveva dato peso assumono significato soltanto troppo tardi. Quelle attenzioni che le riservava quotidianamente diventano piano, piano ossessioni, la donna dei suoi sogni si rivela terribilmente gelosa, possessiva. Le piccole discussioni sembrano trasformarsi in tragedie greche e la compagna che dice di amarla, inizia ad essere sempre più rabbiosa, esplodendo in attacchi d’ira ingiustificati, per scusarsi poco dopo. Le attenzioni che facevano sentire Carmen così apprezzata, diventano desiderio di controllo da parte della donna.
Piano piano la violenza psicologica, una violenza non visibile e a cui la Machado vuole dare la voce e il peso che merita, si insinua in quella che sembrava essere una grande storia d’amore. Carmen dubita di sé stessa, non racconta a nessuno il modo in cui la donna (dei suoi sogni) la fa sentire, le orribili parole pronunciatele nell’orecchio, gli scatti d’ira, gli sbalzi d’umore, le umiliazioni subite davanti a perfetti sconosciuti. La donna che inizialmente apprezzava tutto di lei, adesso non fa che elencare i suoi difetti e farla sentire a disagio. Cambiano lentamente i sentimenti e quella casa da luogo sicuro e protetto, diventa una prigione dalla quale Carmen non riesce ad uscire.
La sua stretta ci va giù pesante, ti fa male. Sei incredula; e sei incredula a tal punto che il tuo cervello sbanda, perde colpi, indietreggia. Ansimi pianissimo, più piano che puoi. È la prima volta che ti tocca in un modo che non è pieno d’amore, e non sai che fare. Questo non è normale, questo non è normale, questo non è normale. Il tuo cervello si inerpica per trovare una spiegazione, e il dolore è sempre più forte, e tutto è immobile.
La protagonista diventa dipendente dall’altra donna: spaventata dalle reazioni esagitate di lei, la asseconda in ogni suo volere. Così si insinua l’ansia, la paura, il terrore. Carmen, vittima degli abusi domestici non riesce a chiedere aiuto, lotta contro le sue paure tentando di placarle, convincendosi che la donna dei suoi sogni possa cambiare con qualche seduta di analisi. Diventa vulnerabile, si allontana dagli amici di vecchia data, sacrifica tutto per il volere di lei.
È stata sradicata dalla sua rete di sostegno, dai suoi amici o parenti, dalla sua capacità di comunicare. È la sua situazione, il suo isolamento a renderla vulnerabile. La sua unica alleata è la persona che abusa di lei, il che significa che non ha alcun alleato. E quindi deve lottare contro un paesaggio immutabile che è stato portato alla luce e scolpito nientemeno che dal tempo: una casa che è troppo grande per essere smantellata a mani nude, o una situazione troppo complessa e travolgente perché la possa dominare da sola.
Carmen Maria Machado con Nella casa dei tuoi sogni cerca di abbattere lo stereotipo intorno alle relazioni tra donne, dimostrando come anche nelle relazioni queer possa presentarsi il mostro della violenza. Questo libro si rivela essere una sorta di diario, di flusso di coscienza incredibilmente utile a capire quanto siano dolorose le ritorsioni della violenza psicologica, quanto determinati atteggiamenti possano ferire pur senza lasciare lividi.
Se non c’è nessuna aggressione [legalmente definita], la donna non è una vittima, a prescindere da quanto invalidante sia stata la sua esperienza, totale il suo isolamento, o orribile l’abuso emotivo che ha subito. E creando questo tipo di miopia sulla natura della violenza domestica, il sistema legale infligge alle donne maltrattate una grave ingiustizia.
Un libro essenziale per comprendere una tematica spesse volte sottovalutata e un’autrice originale, estremamente graffiante nella sua essenzialità.