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PsicoLetturificio incontra Argante da “Il malato immaginario”
Argante-in-terapia

Il malato immaginario (Le Malade imaginaire) è una comédie ballet in tre atti – ossia una rappresentazione teatrale con intermezzi musicali tra un atto e l’altro – del drammaturgo francese Molière. Andò in scena per la prima volta il 10 febbraio 1673 al Palais Royal di Parigi. Il 17 febbraio, mentre stava interpretando la parte di Argante, Molière ebbe un malore che lo condusse alla morte. Secondo le fonti più accreditate riuscì a portare a termine lo spettacolo. In questa commedia il drammaturgo porta in scena l’ipocondriaco, riuscendo a strappare al pubblico di ieri e di oggi delle grosse risate.

Di seguito, abbiamo immaginato che l’inguaribile Argante affrontasse una seduta di terapia dallo psicologo riflettendo sulla sua condizione e sui cambiamenti in atto.




Buongiorno Dottoressa L., ce l’ho fatta ad arrivare. Mi perdoni ma non riesco a star seduto, mi tremano le gambe, mi batte forte il cuore, la vista mi si annebbia, sento dolore dappertutto. Ha qualcosa che possa calmare questa irrequietezza, questo senso di soffocamento che mi assale? Per fortuna che sono arrivato da lei, è una dottoressa, sono in buone mani se mai dovesse succedere qualcosa al mio povero cuore. Credo che questo malessere possa derivare da un’irritazione al fegato, o forse ai polmoni. Me l’aveva detto il dottore di tenere a cura il fegato, ma forse non l’ho fatto abbastanza!


Salve Sig. Argante, cerchi adesso di riprendere fiato, si accomodi sul mio divano, cerchi di trovare una posizione comoda, chiuda gli occhi e si rilassi.

Dottoressa ma come faccio a rilassarmi!? Non vede che colorito pallido ha il mio viso? Potrebbe trattarsi di un problema ai reni forse, di una malattia non diagnosticata. Ah Purgante me l’aveva detto, lui lo diceva che sarei morto in breve tempo e adesso il mio corpo sta cedendo, tutte le cure fatte in questi anni non sono bastate.


Cerchi di raccontarmi tutto da principio, che cosa è successo?

Oh Dottoressa, c’è stata una terribile lite tra mio fratello Belardo, il farmacista Fiorente e Purgante, il mio medico di fiducia. Le racconto meglio: l’altro giorno è arrivato mio fratello e ha iniziato a predicare che il mio corpo fosse in buonissimo stato di salute e che non necessitassi di tutte le cure che il buon Purgante mi consigliava. Proprio in quel momento arriva Fiorente per farmi il clistere e io, sotto pressione per il discorso di mio fratello, mi rifiuto di farlo. Il povero Purgante, dopo averlo saputo, si è presentato da me, indignato da tale mancanza di rispetto e mi ha detto che tra di non non ci sarà più alcun rapporto! Ha prospettato gravi conseguenze per la mia incuria. Addirittura la morte!! Oh povero me, mi fossi rifiutato di ascoltare mio fratello, adesso ci rimetterò anche le penne.


Di quali malattie è affetto Sig. Argante, mi aiuti a capire. Come si manifestano? Che cure sta intraprendendo?

Dovrebbe chiedermi da quali non sono affetto, visto che sono una calamita per ogni male. Sento sempre una gran stanchezza, un dolore a tutto il corpo, non so dire da quale organo dipenda, una fiacca da non riuscire neanche a bisbigliare, dolorini alla testa, disturbi al fegato, o forse è la milza, dolore al ventre che sembrano coliche, sonnolenza dopo pranzo! Non sono tante le cure e i farmaci che assumo, a dispetto di quanto dica mio fratello. Ogni giorno faccio un clistere detersivo con semi di lino e rabarbaro per lavare il basso ventre, prendo una medicina purgativa a base di erbe per espellere la bile, una pozione astringente per riposare, un clistere carminativo per diminuire i peti, lo stesso ripetuto prima del sonno, un sonnifero per dormire, e ogni 28 giorni una preparazione per ringiovanire il sangue. Non mi pare che siano molte per un uomo malato come me!


Lei è molto spaventato Sig. Argante, sembra quasi che tema qualcosa di più rispetto alle vere e proprie malattie di cui mi sta raccontando…

Oh Dottoressa, non augurerei neanche al mio peggior nemico di trovarsi nelle mie condizioni! A causa di mio fratello ho perso il medico migliore che potessi desiderare, colui che conosce bene le cure a cui sottopormi, e rischio di morire tra pochi giorni. In più quel furfante di Belardo, insieme a quella lingua lunga di Tonietta, la domestica, insiste sul tenermi in guardia da mia moglie, la mia dolce metà. Così dolce, affettuosa, premurosa, pensi che non voleva neanche andare dal notaio per il testamento… anche se poi ci è andata in fretta in fretta…

Mah adesso non posso preoccuparmi di tutte queste futilità, devo pensare alla mia salute che tra qualche giorno potrei essere sul letto di morte. La ringrazio della gentilezza Dottoressa, peccato che non abbia potuto fare un clistere qui da lei.

Arrivederci, se sarò ancora qui!




Commento Dottoressa L.

Il Sig. Argante è arrivato da me in uno stato di profonda agitazione, continuava a ripetere che aveva male ovunque, che la sua salute era in pericolo e che anche io, in quanto “Dottore”, avrei dovuto aiutarlo correndo in suo soccorso se ce ne fosse stato il bisogno. Ho cercato per prima cosa di tranquillizzarlo ed indurre uno stato di rilassamento che mi permettesse di ascoltare il suo vissuto. Non è stato facile, continuava a ripetere che non poteva calmarsi perché la sua salute era in pericolo, inoltre, mi ha chiesto di somministrargli un calmante per placare il suo senso di soffocamento, ma poi non è stato necessario. Il suo racconto si è sciolto in un discorso concitato e spaventato, a tratti era confuso, ma sono riuscita a comprendere subito la sua preoccupazione: la lite tra il fratello, il medico ed il farmacista rischiava di compromettere il suo status di sicurezza, raggiunto faticosamente negli anni, e che credeva lo avesse tenuto al riparo di qualsiasi malattia esistente al mondo. Il Sig. Argante riesce a presentare un elenco interminabile di malattie di ogni tipo e di relative medicine e tutta questa sua conoscenza e tecnicità mi porta a supporre un quadro complesso riferibile all’area dei disturbi d’ansia. Ha, inoltre, una spropositata attenzione ad ogni dettaglio fisiologico con immediato collegamento a qualsiasi tipo di malattia possa venirgli in mente. Questo innesca in lui un successivo timore di potersi aggravare. Si intuisce dal suo racconto che la sua esigenza di “essere malato – da curare” non gli permette di rendersi conto che, chi gli sta intorno, potrebbe aver approfittato del suo stato, così come la domestica Tonietta, ed il fratello, sembra abbiano tentato di fargli notare. Il quadro sembra dunque essere compatibile con il disturbo di ansia denominato come Ipocondria ciò sarebbe confermato dalla mancata capacità di accorgersi delle evidenze più esplicite in termini di fittizie malattie. In un piccolo accenno finale, fa supporre che qualcosa sembra aver iniziato ad intaccare la sua “certezza” riguardo all’essere affetto da malattie e questo fa ben sperare per il proseguimento della terapia.


Ipocondria

Il disturbo comunemente conosciuto come Ipocondria, si riferisce ad un forma clinica appartenente all’area dei disturbi di ansia, e più precisamente denominata come “ansia da malattia”. Esso si caratterizza per una eccessiva e non giustificabile preoccupazione per il proprio stato di salute e tende a far credere, a chi ne soffre, che qualunque manifestazione fisiologica del proprio corpo, sia un sintomo riferibile ad una malattia. La persona ipocondriaca è impegnata in un continuo controllo del suo stato di salute che termina, il più delle volte, con una autodiagnosi e che non intende desistere nemmeno di fronte all’evidenza. Anche dopo attenta valutazione medica, supportata da evidenze scientifiche, che escluda qualsivoglia patologia, la preoccupazione non diminuisce e fa permanere la persona in uno stato di ansia, paura e preoccupazione.

Redazione Letturificio
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