Macbeth, probabilmente composta tra il 1599 e il 1605, è una delle più note opere di William Shakespeare. La tragedia è incentrata sulla turbolenta e sanguinosa scalata al trono di Scozia dei coniugi Macbeth e, in particolare, sulla scaltrezza di Lady Macbeth nell’organizzare un perfetto piano per raggiungere il tanto desiderato potere.
Di seguito abbiamo immaginato che Lady Macbeth affrontasse una seduta di terapia dallo psicologo riflettendo sulla sua condizione e sui cambiamenti in atto.
Buonasera Lady Macbeth, benvenuta. Cosa la porta qui da me? Si mormora in giro che sia sul procinto di ricevere il titolo nobiliare di Regina… le va di iniziare raccontandomi qualcosa della sua storia e delle novità che stanno per presentarsi?
Buonasera Dottoressa, è un piacere conoscerla. La ringrazio della calorosa accoglienza riservatami. Le voci sul conto della mia famiglia sono vere. Dopo le recenti vittorie di mio marito, finalmente il titolo di Re e di Regina stanno per divenire nostri. Dopo aver sconfitto gli irlandesi, il Re di Scozia ha apprezzato il valore e il coraggio del mio consorte e lo ha rivestito del titolo di Thane di Cawdor. Manca così poco per essere finalmente dei Reali…Nonostante la situazione propizia però, da qualche tempo soffro di sonnambulismo. È stata la mia cara dama a raccontarmi delle mie peripezie notturne ed è proprio per questo motivo che son venuta da lei. Mi auguro che possa risolvere questo piccolo inconveniente che mina la felicità coniugale e della corte e, soprattutto, che le parole dette rimangano in questa stanza. Sa, non può una futura regina mostrarsi debole.
Mi sembra però di intuire che sia sopraggiunto qualche cambiamento o che lei tema qualcosa che possa turbare questa situazione così propizia. Di cosa si tratta?
Tutto è iniziato il giorno della vittoria di quella importante battaglia. Pare che mio marito abbia incontrato tre donne con facoltà, potremmo dire, aldilà dell’umano. Queste gli hanno predetto un grande futuro e il raggiungimento del titolo reale. Purtroppo, però, nelle vene di mio marito scorre troppa tenerezza. Lui brama di esser grande, ha l’ambizione, ma gli manca la perfidia necessaria. Crede di poter raggiunger tutto ciò che desidera seguendo le “vie giuste”… Cerchi di capirmi dottoressa, non è disposto a giocare sporco, mentre io credo che bisogna far tutto il necessario per ottenere ciò che si desidera. È proprio per questo che son dovuta intervenire, senza di me i suoi rimarrebbero soltanto sogni irrealizzati. Non avevo altra scelta insomma.. Siamo complementari: lui forte con le armi e io scaltra e disposta a tutto pur di raggiungere ciò che abbiamo tanto agognato.
Quando dice che lei ha sentito di “dover intervenire” per sostenere suo marito, a cosa si riferisce? In che modo?
Intendo dire che abbiamo fatto ciò che andava fatto. Sa qualche giorno fa è giunto a corte Duncan Re di Scozia, a cui sarebbe succeduto il mio caro marito. Questa era un’occasione da non farsi sfuggire, così ho convinto il mio consorte a fare ciò che doveva fare per avere finalmente quel trono. Gli dissi: “Il benvenuto portalo negli occhi, portalo nella mano, sulla lingua; datti l’aria d’un innocente fiore, ma sii la serpe che si cela sotto”. Ma lui era intimorito, spaventato così ho escogitato un piano perfetto: bastava far ubriacare i suoi ciambellani tanto da farli crollare in un sonno profondo, uccidere il Re durante la notte e poi gettare il suo sangue sugli ubriachi, così da farli passare per colpevoli. Mio marito, dopo tante incertezze, ha commesso il fatto!! Tutto è andato secondo i piani, qualcuno addirittura ha immaginato che i ciambellani fossero stati pagati dai nemici per uccidere il Re. Rimaneva ancora qualche minaccia tra noi e il trono, come quel Banquo.. Un’unica cosa, però, non avevo previsto: il crollo del mio debole marito. Fu durante una cena che lo vidi cadere, povera debole anima, sotto la pressione di tali vicende: immaginò che seduto al tavolo, accanto a lui, ci fosse lo spirito di quel tale Banquo appena morto. Le sue paure, i suoi demoni si stavano materializzando e io lo stavo perdendo.
Quale emozione sente mentre ripercorre questi eventi? Cosa crede che accadrebbe se la verità fosse scoperta?
Non so cosa accadrebbe, so solo che dal giorno in cui è iniziato tutto questo ho sempre la sensazione di avere le mani sporche…sporche di sangue, vivo…cerco di pulirle, di lavare via il sangue, sfregandole, ma la sensazione non si assopisce…
Commento Dottoressa L.
Lady Macbeth si è presentata da me come una vera signora, incarnando già perfettamente il ruolo regale che spera di ricevere a breve e che, però, è stata lei stessa a mettere a rischio proprio nel tentativo di assicurarselo. La sua storia e la sua situazione appaiono profondamente complesse e travagliate, così come la sua struttura psichica. Il turbamento emerge, fin da subito, nella richiesta di rassicurazione circa il fatto che le sue parole rimangano ben custodite dal segreto professionale. Nel raggiungimento degli obiettivi della sua famiglia ella sembra aver assunto su se stessa il ruolo centrale, che si traduce nella sua convinzione del “dover fare tutto il necessario per raggiungere i propri obiettivi”. Riconosce di essere una persona scaltra, a differenza del marito, al quale si è chiaramente sostituita nel prendere decisioni importanti. Eppure tutta questa consapevolezza di se stessa si tradisce nei recenti episodi di sonnambulismo, di cui le ha riferito la dama e che la portano da me. In maniera piuttosto fredda e distante mi racconta i recenti fatti. Lei stessa, sentendo appunto su di sé la responsabilità delle sorti del suo destino e di quello del marito, ha architettato la morte del Re Duncan, curando tutto nei minimi dettagli, affinché la colpa non ricadesse su di loro. Il marito, per natura incline all’uso della armi ma, evidentemente, visto come un “debole” dalla moglie, si è spaventato di fronte al piano di lei, ma non ha saputo imporsi, lasciandosi influenzare dalla personalità di Lady Macbeth e macchiandosi (lui si) del delitto. Di fatto però la donna, non aveva fatto i conti con il proprio inconscio che, senza dubbio alcuno, non ha permesso alla sua coscienza di lasciar passare inosservato un fatto di tale portata. Ecco apparire, dunque, gli episodi di sonnambulismo ed i primi sintomi di un Disturbo Ossessivo Compulsivo sotto forma di contaminazione mentale che la porta a “sentire” le sue mani sempre sporche di sangue e a non resistere all’impulso di sfregarle e lavarle ripetutamente.
Contaminazione Mentale
Per contaminazione mentale si intende una intensa e persistente idea di essere stato infettato e/o contaminato attraverso il contatto diretto o indiretto con persona, oggetto o luogo ritenuto dannoso, sporco. Il sintomo si manifesta principalmente attraverso paure e persistenti rituali di pulizia. Lo stato psichico può diventare talmente profondo da generare eventi mentali importanti, violenti e ripetitivi che identificano il Disturbo Ossessivo Compulsivo di personalità.