Pubblicato per la prima volta nel 1979, presso Einaudi editore, Se una notte d’inverno un viaggiatore è divenuto uno dei grandi classici della letteratura italiana del Novecento e uno dei testi più originali e affascinanti di tutto il panorama letterario europeo.
Italo Calvino realizza un’opera fatta di dieci opere, nello specifico dieci incipit di romanzi, tra loro differenti, si intervallano alla storia del protagonista, Lettore. Una tecnica, quella utilizzata dallo scrittore, ripresa dalla tradizione letteraria orientale: basti pensare a Le mille e una notte, opera che incastra un inizio di narrazione in un altro, al fine di prolungare la sensazione di tensione che riserva l’inizio di un libro che si interrompe nel momento topico.
L’inizio dei dieci romanzi si intreccia con la storia tra il Lettore occasionale e la lettrice competente, Ludmilla. Nell’opera è, infatti, proprio il Lettore il protagonista a cui lo scrittore si rivolge con una narrazione in seconda persona.
Tutto ha inizio nella libreria, luogo in cui, davanti agli occhi del Lettore, sfilano i libri che vorrebbe leggere, quelli che non ha mai confessato di non aver letto, quelli che non leggerà mai, quelli troppo cari, quelli venduti a metà prezzo; il protagonista, però, sa già quale sarà il suo prossimo acquisto e si precipita, oltrepassando i volumi che lo separano dalla sua scelta, a comprare Se una notte d’inverno un viaggiatore.
È qui che Calvino, con l’espediente letterario, fa cominciare la storia: il Lettore inizia a leggere il romanzo appena acquistato ma, sul più bello, si rende conto che il suo volume è vittima dell’errore tipografico, che ha stampato su tutto il libro solo le pagine fino alla trentaduesima.
Il Lettore, la cui maiuscola lo contraddistingue come protagonista senza nome e identificabile con ognuno di noi, si reca in libreria per avere un’altra copia del testo e qui conosce la Lettrice esperta, Ludmilla, che come lui è stata costretta dall’errore ad interrompere la lettura nel momento topico.
Qualcosa si insinua nel protagonista che condivide con la donna questo strano caso del destino:
Ma qualcosa è cambiato, da ieri. La tua lettura non è più solitaria: pensi alla Lettrice che in questo stesso momento sta aprendo anche lei il libro, ed ecco che al romanzo da leggere si sovrappone un possibile romanzo da vivere, il seguito della tua storia con lei, o meglio: l’inizio d’una possibile storia1.
Ripresa la lettura il Lettore capisce, fin dalle prime righe, che anche la nuova copia che ha in mano non è Se una notte d’inverno un viaggiatore, ma incuriosito prosegue e anche questa si interrompe sul più bello. In questo modo Calvino incastra le storie e trova gli espedienti per interrompere i romanzi sul punto cruciale e far intraprendere al protagonista una sorta di ricerca, quasi una missione, volta a scoprire i misteri che si celano dietro i dieci romanzi che incontrerà nel corso della storia. Le ricerche procedono, tra un libro e l’altro, e al contempo le vite dei due fortuiti lettori si intrecciano.
Tra lo scrittore e il Lettore, la cui attesa della lettura conferisce ritmo al libro, si crea una sorta di iper-dialogo.
Calvino inserisce nell’opera, grazie agli espedienti, il catalogo di possibilità romanzesche, di letture ideali che chi legge dovrebbe trovare tra le pagine di un libro.
Già il titolo dell’opera che rimanda ad un romanzo popolare, tradizionale, è di per sé incompleto, non porta a compimento la frase in forma verbale, ma lascia al lettore la possibilità di immaginare ciò che il viaggiatore troverà sulla sua strada. Così l’autore introduce il mondo della possibilità, ma soprattutto invita il Lettore a partecipare, ad essere parte integrante dell’opera stessa.
L’interruzione degli incipit forza i protagonisti ad essere attivi e cercare una continuazione alla storia: lasciandoli in sospeso nel momento topico, infatti, li spinge a fare ipotesi e congetture. Il Lettore partecipa anche fisicamente perché intraprende un viaggio per sciogliere tutti i nodi e i misteri che l’intrecciarsi di quei romanzi hanno proposto nel corso dell’opera.
Il Lettore-protagonista ha quindi due diversi ruoli nel romanzo: da una parte è il personaggio protagonista a livello della narrazione e dall’altra diventa lui stesso strategia narrativa e collante tra i diversi incipit.
L’opera di Calvino si rivela una vera e propria dedica d’amore alla lettura e alla fondamentale interazione tra i libri, che porta uno scrittore sempre a riprenderne altri. Non si tratta soltanto di un semplice romanzo, ma in qualche modo è un richiamo all’atto della lettura, ad apprezzare quel momento di scoperta di una storia e di scoperta di se stessi, tra le pagine della storia di qualcun altro.
Un insieme di dieci storie che ne racchiude un’undicesima: quella del Lettore che legge solo ogni tanto, con poca attenzione, che preferisce la storia di un libro ad una vera, un disilluso convinto che la lettura non possa coinvolgerlo, ma che si ritrova ad essere protagonista e a capire, alla fine, come applicare il significato della ricerca letteraria alla sua vita.
Interessante concludere con le parole con cui l’autore descrisse il suo libro durante la conferenza, tenuta nel 1984, all’Istituto italiano di cultura di Buenos Aires:
«È un romanzo sul piacere di leggere romanzi; protagonista è il Lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto quindi scrivere l’inizio di dieci romanzi d’autore immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro […]. Più che identificarmi con l’autore di ognuno dei dieci romanzi, ho cercato di identificarmi con il lettore: rappresentare il piacere della lettura d’un dato genere, più che il testo vero e proprio. […] ho cercato di dare evidenza al fatto che ogni libro nasce in presenza d’altri libri, in rapporto e confronto ad altri libri»2.
1 Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Milano, Mondadori, 2017, p. 31.
2 I. Calvino, Il libro, i libri, «Nuovi quaderni italiani», Buenos Aires, 1984, p. 19.